VIOLA MAMMOLA

Bologna Zocca Savigno fattoria didattica rose Valsamoggia orto ortica
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SPECIE: VIOLA MAMMOLA Viola odorata
FAMIGLIA : Violaceae

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Pianta erbacea perenne, alta poco più di dieci centimetri, con un corto rizoma da cui partono degli stoloni striscianti sul terreno che formano nuove piantine. 
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Le foglie di forma reniforme sono riunite in una rosetta basale. I fiori di cinque petali con quello inferiore prolungato posteriormente a formare un piccolo sperone possono essere viola, lilla, talvolta bianchi ma sempre molto profumati. 
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Compaiono all’inizio di primavera e sono portati singolarmente da un lungo peduncolo. Il frutto è una capsula sferica che a maturità si apre in tre spicchi pieni di piccoli semini.
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Habitat: Cresce dal mare alla zona montana nei luoghi erbosi e boschivi.
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I fiori si usano canditi, come decorazione, si mangiano conditi con zucchero e limone come le fragole o si fa uno sciroppo. Dai fiori si estrae anche  l’olio essenziale.
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Ci sono tantissime altre viole, ricordo la viola tricolor che è una specie annuale e una volta era un’assidua frequentatrice dei campi di grano da cui sono derivati molti ibridi e varietà come la viola hortensis dai tantissimi colori e dagli enormi fiori.
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La leggenda vuole  che una volta Venere chiedesse a Cupido chi fosse la più bella, lei o una delle sue ancelle. Cupido preferì le ancelle e dunque la dea le picchiò fino a coprirle di lividi. Per riparare alla sua crudeltà Cupido le trasformò in violette.

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N.d.a. Da questo piccolo fiore si estrae un profumo famoso in tutto il mondo: “La violetta di Parma” , ciò trae origine dall’esilio della Duchessa Maria Luigia d’Austria, seconda consorte di Napoleone Buonaparte, che amava molto questo fiore, ne adottò perfino il colore per le divise di corte. Fu duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1816 al 1847 e si occupò personalmente della sua coltivazione, sia nell’orto botanico da lei voluto, sia nel giardino della residenza estiva di Colorno. Fu lei ad incoraggiare e a sostenere le ricerche dei frati del Convento dell’Annunciata che riuscirono così ad ottenere dalla violetta e dalle sue foglie un’essenza del tutto uguale a quella del fiore. I primi flaconi di Violetta di Parma, prodotti grazie alla abilità alchemica dei frati erano unicamente destinati all'uso personale della Duchessa Maria Luigia. Fu da questi stessi frati che verso il 1870 Ludovico Borsari ebbe la formula segreta, sempre gelosamente custodita, per la preparazione di quel profumo ed ebbe per primo la coraggiosa idea di farne una produzione da offrire ad un pubblico più vasto.
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N.d.a. Fondamentale è raccogliere erbe e fiori solo in posti non inquinati e dove non vengono usati prodotti chimici di qualunque tipo. Non tutte le erbe selvatiche sono commestibili, se non siete certi del riconoscimento non raccoglietele.