UNA CASA PER LE FARFALLE 1

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Le farfalle sono dotate da sempre di un fascino particolare. Stanno sparendo, ma ripristinando un piccolo spazio, in un angolo del balcone o del giardino potremmo aiutarle a ritornare. Ciò che conta è dotare il giardino di fiori per gli adulti e piante nutrici per i bruchi. Fiori a sboccio precoce come i crochi, le primule, le viole, per le prime farfalle che si svegliano. Piantine anche modeste, spesso considerate erbacce, potrebbero garantirci il ritorno di questi splendidi fiori volanti. Un arbusto di budleia in fiore costituisce una forte attrazione, di facilissima coltivazione e bello da vedere. Il caprifoglio attira farfalle diurne e notturne. Irresistibile è anche la lavanda o la salvia pratensis. L’ortica, non mi stancherò mai di dirlo, è fondamentale per un giardino, ne basta un piccolo angolo e diventerà l’asilo per i piccoli bruchi e deposito di materiale per i macerati o dispensa per la nostra cucina. 
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Se invece di un perfetto prato ben rasato lasciamo fiorire fiori di tutti i generi, sia di campo che coltivati, avremo tante farfalle da poter nutrire, l’importante, come per tutti gli insetti, è scegliere fiori semplici. Quelli troppo elaborati spesso sono si bellissimi ma privi di nettare e sterili (gli organi sessuali sono stati trasformati in petali). Anche un terrazzo o un balcone in città possono diventare delle mangiatoie: quando stavo a Bologna i miei gerani erano sempre visitati dalle sfingi (quelle farfalle che sembrano dei colibrì)… Lo sviluppo delle farfalle si compone di quattro parti: uovo, larva (o bruco), crisalide (o pupa), adulto (o immagine). Le femmine depongono le uova, singolarmente o a gruppi, direttamente sulla pianta nutrice o le lasciano cadere in volo. I bruchi sono molto diversi dall’adulto; possiedono un apparato boccale masticatore e spesso sono ricoperti di peli urticanti.
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Le larve iniziano mangiando il guscio del loro uovo per passare alle piante nutrici e iniziare a crescere velocemente. Gli adulti hanno invece sviluppato la spiritromba: organo boccale per succhiare il nettare prodotto dai fiori. Le larve si nutrono quindi in maniera completamente diversa rispetto agli adulti, cosa che comporta un grande vantaggio evitando la competizione alimentare.
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Un determinato ambiente può perciò supportare un numero più elevato di individui di quanto sarebbe possibile se occupassero tutti la stessa nicchia alimentare. I Lepidotteri si possono dividere in tre gruppi: monofagi, oligofagi e polifagi. I primi si nutrono di una sola specie vegetale, i secondi di poche mentre gli ultimi si adattano a una vasta gamma di piante. Ovviamente i primi sono i più delicati in quanto dipendono da una sola specie vegetale. Un esempio è dato dalla Polissena (Zerynthia polyxena), vive dalle nostre parti ma non sono mai riuscita a fotografarla, il bruco si ciba esclusivamente del genere Aristolichia (clematis e rotunda), pianta sempre più rara (da noi in giardino cresce la A. rotunda) di conseguenza sempre più rara anche la farfalla. Altre farfalle compiono grandi spostamenti o migrazioni, per esempio la Vanessa Atalanta va dal Nord Africa all’Europa Settentrionale. Sto diventando lunga, continuo domani.